Silvia Soqueff è architetta. Fin da bambina sognava questa professione, per cui si sente molto privilegiata ad avere una vocazione e una passione così chiare, che considera un grande stimolo di vita.
Ha studiato presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Buenos Aires. Dopo la laurea, ha iniziato a lavorare in modo indipendente, percorrendo la propria strada fino all'incontro con l'architetto Giancarlo Puppo, con cui ha lavorato per molti anni. Questa tappa è stata fondamentale, perché ha potuto sviluppare un'estetica e un'ideologia che mantiene tuttora.
Sebbene cerchi l'evoluzione e la trasformazione in ogni nuovo progetto, esiste un linguaggio che la rappresenta. Nel corso degli anni ha realizzato un gran numero di lavori, dal riciclaggio di vecchie case a nuove costruzioni, compresi locali commerciali e uffici. La principale forza trainante del suo lavoro è l'ascolto dei sogni e dei desideri delle persone che cercano un cambiamento nel loro modo di vivere.
La grande sfida è trasformare quei sogni in spazi reali, con design, funzionalità e attenzione alle risorse economiche e ambientali. Quando si tratta di progettare, gli piace pensare a spazi dinamici che fluiscono l'uno nell'altro, creando un'esperienza simile alla danza mentre li si attraversa. Apprezza i dettagli e gli piace scoprire qualcosa di nuovo a ogni sguardo.
Preferisce i materiali allo stato naturale, lasciando a vista strutture in ferro o cemento, installazioni, muratura, pannelli multilaminati, OSB e diversi tipi di impiallacciatura. Osa mescolare texture, colori, elementi antichi e contemporanei.
Per quanto riguarda le installazioni, le ha sempre viste come elementi che danno vita a un edificio. Proprio come le vene e le arterie del corpo umano, le installazioni trasportano le energie che rendono gli spazi abitabili: elettricità, acqua, riscaldamento, gas e tubi di scarico.
Un altro privilegio dell'architettura è che possiamo trattarla come una scultura abitabile. La soddisfazione più grande è vedere come quello che una volta era un sogno si trasforma in uno spazio che può essere vissuto e goduto.
Qui vi lasciamo diversi articoli per saperne di più sul suo lavoro:
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